Ne abbiamo le tasche RIpiene
Basta scandali alimentari, Slow Food e i cuochi ti raccontano la vera cucina italiana
La vicenda delle lasagne, dei tortellini e dei ravioli contenenti carne di cavallo non dichiarata in etichetta rappresenta l’ennesimo grave scandalo prodotto dal sistema iper industrializzato di produzione del cibo. L’industria alimentare, così facendo, non solo ha imbrogliato i consumatori, ma ha violentato per l’ennesima volta l’identità, la storia, la cultura di cui i piatti “incriminati” sono portatori.
L’immagine che passa in televisione in questi giorni è che tortellini, ravioli, lasagne sono piatti delle multinazionali e non patrimonio della nostra cultura alimentare. E sono tutt’altro che buoni, puliti e giusti!
Slow Food ha pensato alla necessità di un forte gesto, simbolico ma efficace, da parte di tutti e in particolare da parte di chi, come osti e ristoratori, ogni giorno nelle cucine e nelle sale promuove un’autentica, onesta e sincera cucina di tradizione e di territorio, che parla di gesti antichi, trasmessi di generazione in generazione, che evolve continuamente senza però snaturarsi, che valorizza il lavoro di migliaia di piccoli produttori che operano con il solo obiettivo della qualità massima.
L’idea è quella di inserire nel menù almeno un primo piatto tipico del territorio che permetta di raccontare la “propria versione dei fatti” e noi del Pineta Hotels abbiamo deciso di aderire proponendo i nostri “Talleri di patate ripieni al Casolet ed erba cipollina”.
Oltre a proporlo nel nostro menù, questo piatto vogliamo anche insegnarlo ai nostri ospiti!
Il nostro Chef, con un semplice corso di cucina, racconterà l’origine storica di questo piatto, la provenienza degli ingredienti (tra l’altro il formaggio Casolet è presidio Slow Food), addirittura farà mettere le mani in pasta ai chi vorrà provare!
Questo è un modo per dimostrare in modo semplice che la nostra faccia e le nostre mani valgono più di qualsiasi “brand” del mondo!
Commenti
Grandi!!!
Bravissimi. Una bella idea. Bisognerebbe anche riuscire a fare dei corsi di cucina “slow food” in tutte le scuole, a partire dall’asilo. Perchè alle ultime generazioni non è stato insegnato nulla e purtroppo non sono più in grado di valutare cosa è buono e sano e cosa non lo è…. e “noi siamo quello che mangiamo”, con tutte le conseguenze poi sulla salute.
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