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ott
12
2011

IL MELO DELLA MEMORIA

La vita, si sa, corre veloce. E noi con lei. Adeguandoci a nuovi usi, costumi, culture… e colture! Più redditizie, gestibili e facilmente coltivabili. Basti vedere com’è cambiato in questi anni il paesaggio della nostra valle. Dalla monocoltura della mela siamo passati alla monoqualità del melo: alberi piccoli, uguali tra loro, destinati a vita breve. Quanta nostalgia dei cari e vecchi “canada”, con i loro tronchi imponenti e i rami inestricabili: una sfida per ogni “coidor” e la sua scala. I canada hanno fatto la storia, e la fortuna, di questa valle e della sua gente. La renetta è stata la prima varietà di mela su cui si è investito: la più “spigolosa”, ma anche la più resistente. Una garanzia.

Oggi i campi di canada sono sempre più rari, simbolo di un passato ormai superato. Lungo uno dei tornanti della strada che da Dermulo sale verso Coredo, è quasi commuovente incrociare quel canada solitario rivolto verso il lago di Santa Giustina, unico sopravvissuto di un campo di mele che sta cambiando la sua destinazione d’uso per seguire le novità della melicoltura. Vorrei, quindi, ringraziare pubblicamente il proprietario del Melo per aver lasciato quell’albero a presidiare la memoria della nostra storia. Ogni volta che faccio quel tornante, mentre corro veloce da qualche parte, la presenza di quel canada è rassicurante. Perchè mi ricorda quanto sia importante conoscere la nostra storia e il nostro passato per comprendere il presente e pensare al futuro.

Grazie

Livio Sicher  e tutti gli ospiti del Pineta Hotels

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