E’ tornato l’orso a San Romedio!
Romedio di Thaur visse tra il IV e il V secolo, erede di una ricca famiglia bavarese, dopo un pellegrinaggio a Roma, donò tutti i suoi beni alla chiesa, ritirandosi in eremitaggio nella Val di Non in alcune grotte esistenti ancora oggi nei pressi del santuario.
[Ps. Scusate, riporto precisazione di Padre Mario..."Non è assolutamente vero che Romedio visse tra il IV e il V secolo, bensì il X secolo.
Il dibattito, che va sotto il nome di “questione romediana”, circa il periodo storico in cui visse san Romedio, è ormai concluso da tempo! Per secoli appassionò storici, esperti d’arte, ricercatori archivistici, ecclesiastici."
Come primo d'aprile non c'è male no! ]
Un giorno, dovendo recarsi a Trento per salutare il vescovo della città, chiese a un suo discepolo di sellargli il cavallo: il discepolo tornò con la notizia che un orso aveva sbranato il cavallo, ma Romedio non si scompose e gli ordinò di sellare l’orso, che docilmente si lasciò mettere la sella, conducendo Romedio fino a Trento.
Per oltre 500 anni la roccia che ospitava il santuario antico rimase nuda, con una scalinata scoperta e qualche edicola ora scomparsa. In basso si trovavano le stalle, i rifugi per i pellegrini e l’abitazione del custode.
La chiesa originaria intitolata a San Romedio sorse attorno al 1000 sulla tomba del Santo, con le pietre portate fin lassù dagli antichi pellegrini.
Oggi il santuario è costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa novecento anni fra il 1000 e il 1918. Le cinque chiese sono state costruite a ridosso di una ripida parete di roccia e sono unite tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. Esso è visitato annualmente da circa 200.000 pellegrini, ed è custodito da due frati dell’Ordine di San Francesco d’Assisi.
Nel 1990 fu costruito un recinto per gli orsi, dove furono ospitati diversi esemplari, dal primo di nome Charlie, fino a Bruno, arrivato ad inizio 2013 dal Parco Nazionale dell’Abruzzo, in seguito al terribile terremoto del 2009. Questo grande orso bruno (bruno, per l’appunto) è un pigrone che spesso preferisce stare tranquillo nella sua tana, ma sicuramente con l’arrivo della bella stagione uscirà a sgranchirsi un po’ e a grattarsi sui tronchi degli alberi!
E’ possibile visitare il Santuario e salutare l’orso Bruno tutti i giorni dalle 9 alle 17, sarà una piacevole passeggiata per grandi e piccini!
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Il santuario è costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa cinquecento anni fra il 1000 e il 1536. Le cinque chiese sono state costruite a ridosso di una ripida parete di roccia, unite tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. E’ visitato annualmente da circa 200.000 pellegrini, ed è custodito da due frati dell’Ordine di San Francesco d’Assisi.
Il santuario è costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa novecento anni fra il 1000 e il 1918 . Le cinque chiese sono state costruite a ridosso di una ripida parete di roccia e sono unite tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. Esso è visitato annualmente da circa 200.000 pellegrini, ed è custodito da due frati dell’ Ordine di San Francesco d’Assisi .
Carissimo p.Mario, grazie tante per la precisazione, mi scuso dell’imprecisione che provvedo subito a modificare riportando il suo post nell’articolo.. grazie!
Ci si vede Domenica prossima al Santuario di San Romedio
Non è assolutamente vero che Romedio visse tra il IV e il V secolo, bensì il X secolo.
Il dibattito, che va sotto il nome di “questione romediana”, circa il periodo storico in cui visse san Romedio, è ormai concluso da tempo! Per secoli appassionò storici, esperti d’arte, ricercatori archivistici, ecclesiastici.
Negli ultimi decenni del secolo scorso la questione è stata chiarita con l’apporto di numerosi studi. Igino Rogger in particolare ha riportato la vita di San Romedio al fenomeno europeo dell’eremitismo che si afferma intorno all’anno Mille. Una serie di documenti attesta che Romedio, di una nobile famiglia tirolese, donò alla Chiesa di Trento beni e diritti posseduti nella valle dell’Inn, ritirandosi poi a vita di penitenza nell’eremo che da lui prende il nome, presso Sanzeno in Valle di Non. Il culto in suo onore è attestato dalla fine del secolo XI e si estese anche al di là delle Alpi in una serie di luoghi che in qualche modo si ricollegano con le sue origini familiari. Romedio rappresenta così – afferma il Messale diocesano del 1985 – dentro un filone europeo, il capofila di un movimento eremitico che nel Trentino ebbe lunga diffusione e durò fino ai tempi recenti.
Ulteriori notizie: http://www.letrevenezie.net/pubblicazioni/Val%20di%20Non/art-09.htm
Il santuario è costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa novecento anni fra il 1000 e il 1918 . Le cinque chiese sono state costruite a ridosso di una ripida parete di roccia e sono unite tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. Esso è visitato annualmente da circa 200.000 pellegrini, ed è custodito da due frati dell’ Ordine di San Francesco d’Assisi .